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Gli stili di Attaccamento: Sicuro, Evitante e Disorganizzato

Nel 1978, grazie all’opera opera di Ainsworth e colleghi è stata messa a punto una procedura di valutazione degli stili di attaccamento tra il bambino di circa un anno di età ed il care-giver (di norma la madre). L’equipe della Ainsworth ha strutturato una procedura composta di otto fasi nominata Strange Situation.

Senza entrare nei dettagli della procedura della Strange Situation (per motivi deontologici) ci basti sapere che tale procedura prevede l’inserimento della madre e del bambino in una stanza,dopo un tempo di familiarizzazione con l’ambiente, nella stanza entra uno sperimentatore che interagisce col bambino, a seguire la madre viene allontanata per alcuni minuti dalla stanza ed il bimbo rimane solo con lo sperimentatore, successivamente la madre rientra ed esce lo sperimentatore, poi la madre esce nuovamente lasciando il bimbo da solo nella stanza per pochi minuti, per finire rientrano nella stanza prima lo sperimentatore e poi il genitore.

Durante la procedura vengono osservati, registrati e codificati i comportamenti prodotti dalla diade madre-bambino tenendo in particolare considerazione i comportamenti di:

  • Ricerca di vicinanza

  • Mantenimento del contatto

  • Evitamento

  • Resistenza

  • Pianto

L’entrata e l’uscita della madre,la presenza o meno dello sperimentatore ed altri fattori vengono considerati come elementi stressanti per il bambino e proprio per questo, mettono in evidenza le diverse individualità dei bambini riguardo alle aspettative di disponibilità da parte dei genitori rispetto alla relazione e all’accudimento.

L’equipe della Ainsworth decodificò in breve tempo almeno tre tipologie di stile di attaccamento:

  • B attaccamento sicuro

  • A attaccamento insicuro-evitante

  • C attaccamento insicuro-ambivalente

Dopo anni di studi, nel 1992 la Ainsworth stessa, in collaborazione con altri ricercatori, propose un quarto stile di attaccamento:

  • D attaccamento disorganizzato-disorientato

I bambini codificati come sicuri, sono quelli che si mostrano angosciati nel momento dell’uscita della madre dalla stanza e al suo rientro si fanno rassicurare e confortare per poi tornare a giocare tranquillamente. La madre, all’interno di questa relazione è in grado di rispondere in sintonia ai segnali del bambino riuscendo a fornirgli una “base sicura” grazie alla quale il bambino può esplorare l’ambiente e rivolgersi a lei per rassicurazioni quando è spaventato.

I bambini codificati come insicuri-evitanti, mostrano scarsa angoscia durante la separazione e ignorano la madre al momento della riunione, di solito mostrano atteggiamenti di diffidenza e risultano inibiti nel gioco. È pensabile che le madri di bambini appartenenti a questo gruppo non sono state in grado di rispondere alle richieste del bambino e che abbiano mostrato atteggiamenti distaccati o rifiutanti nei suoi confronti. Il bambino dopo una serie di tentativi di richiamo di attenzioni verso madre, sentendosi frustrato dalla scarsa rispondenza materna, si rassegna e preferisce ritirarsi piuttosto che continuare a sperimentare frustrazione e rifiuto. Questa diventa poi la probabile base per la svalutazione dei legami.

I bambini codificati come insicuri-ambivalenti invece, sono profondamente angosciati al momento dell’uscita del genitore dalla stanza ma al suo rientro oscillano tra la rabbia e la frustrazione nel non riuscire a farsi rassicurare tramite il contatto e la dipendenza affettiva.

Questi bambini durante la separazione non riescono a giocare tranquillamente. In questi casi sembra che le madri non siano riuscite a riconoscere e rispondere coerentemente alle richieste del bambino e che inviino segnali che il bambino codifica come comportamenti imprevedibili tra vicinanza, accudimento e rifiuti. Il bambino di conseguenza sperimenta un sentimento continuo di ansia e incertezza in quanto non riesce a prevedere i comportamenti materni e tenta di controllare le sue reazioni. Questo gruppo è stato poi suddiviso in due ulteriori categorie, la prima composta dai bambini che sperimentano sensazioni ed emozioni di rabbia e l’altra composta da bambini più passivi e rassegnati. Alcune ricerche condotte sul gioco dei bambini insicuri-ambivalenti hanno dimostrato che questi non riescono facilmente a giocare con il care-giver probabilmente a causa dell’ incertezza della disponibilità dell’adulto, mentre riescono a produrre performance migliori nel gioco solitario.

Riguardo ai bambini appartenenti al gruppo di attaccamento disorganizzato-disorientato è stato individuato un certo numero di comportamenti che rimandano a una forte contraddizione interna nella relazione e a conflitti molto profondi e radicati, diversi studi hanno messo in relazione questo stile di attaccamento con problematiche collegate al maltrattamento infantile, alla depressione materna, all’elaborazione del lutto ecc. Questo stile di attaccamento è collegato a una figura di care-giver che suscita paura o è impaurito egli stesso, ora senza entrare in spiegazioni troppo dettagliate dei vissuti genitoriali e infantili ci interessa sottolineare che questo stile di attaccamento sembra essere direttamente collegato al crollo delle strategie comportamentali del bambino e spesso con disturbi dissociativi genitoriali, situazioni paradossali e stati simili a quello di trance.

Bibliografia

D’Alessio M. (2001) (a cura di) Il neonato, Carocci editore, Roma.

Holmes J.(1993) La teoria dell’attaccamento, Raffaello Cortina, Milano.

Laicardi C. (1998) (a cura di) Genitori competenti. Il Pensiero Scientifico, Roma.

Main M., Hesse E. (1992) Attaccamento disorganizzato/disorientato nell’infanzia e stati mentali dissociati dei genitori. In M. Amanniti, D. N. Stern (a cura di) Attaccamento e psicanalisi, Laterza, Bari.

Mahler M. (1968) La nascita psicologica del bambino, Boringhieri, Torino.

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