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"Osservare" l'ADHD e comprenderla

Parliamo di ADHD e di bambini ai quali sia stato diagnosticato un vero e proprio disturbo da deficit di attenzione e iperattività ma anche di bambini più vivaci della media, quindi senza una diagnosi specifica, e in questo articolo ne parliamo con un taglio diverso dal solito, approfondiremo il quotidiano e le difficoltà pratiche legate alla gestione dei comportamenti più dirompenti. Cercheremo di fornire una prima strategia utile a mettere in atto un’osservazione sistematica, strutturata e analitica dei comportamenti prodotti.

In questo breve articolo approfondiremo alcuni aspetti pratici del lavoro sui bambini con ADHD e del lavoro con le loro famiglie e con i professori, ovviamente la trattazione non potrà essere esaustiva e completa, soprattutto non vuole sostituirsi a un approccio clinico basato sul rapporto diretto o a un intervento psicoterapeutico, ma solamente approfondire alcuni aspetti comuni a questa particolare sofferenza e suggerire alcune strategie generali. I criteri diagnostici del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività li abbiamo già trattati in un precedente articolo che vi invitiamo a leggerlo per orientarvi meglio o in alternativa a cercare i criteri ADHD del DSM5.

Per prima cosa dobbiamo sottolineare quanto, ad oggi, sia i familiari, che siano genitori, nonni o parenti prossimi, come anche la scuola, facciano molto spesso riferimento alle difficoltà pratiche legate alla gestione di bambini vivaci o iperattivi e disattenti e proprio su queste difficoltà pratiche vogliamo concentrarci cercando di offrire dei suggerimenti pratici su come osservare i comportamenti che questi bambini producono.

Iniziamo col sottolineare che il lavoro di osservazione di questi bambini, alcuni molto vivaci, altri con una diagnosi specifica deve essere sistematico e soprattutto ci si deve affidare a figure professionali altamente specializzate perché partire da una buona “osservazione” significa trarre dei vantaggi nel lungo peiodo, al contrario invece, se l’osservazione non è pienamente competente o animata da contenuti emotivi personali può essere fuorviante e non solo non offrire i vantaggi attesi ma creare altre difficoltà oltre a quelle che già ci sono. Ricordiamo anche che i casi diagnosticati ADHD si caratterizzano per una fragilità nell’attenzione e nell’autocontrollo e proprio su questi aspetti deve focalizzarsi una osservazione specifica però senza mai trascurare anche gli aspetti relativi alla relazionalità con i pari, con i genitori e con gli adulti in generale, oltre che sui contenuti e sui vissuti emotivi che questi bambini e chi si occupa di loro quotidianamente vive e sperimenta.

Il primo passo da compiere quando si approccia a queste situazioni è certamente quello di “osservare” attentamente la situazione singola. Ricordiamo che non esistono ricette magiche generalizzabili alla totalità delle situazioni in quanto ogni bambino ha la sua “unicità”, come anche la sua famiglia, lo stesso vale per la relazione specifica che si è creata tra quello specifico bambino e quella specifica coppia genitoriale o genitore singolo o famiglia, come anche tra quel bambino e quello specifico contesto scolastico che lo accoglie e lo supporta nel suo sviluppo.

Osservare significa andare a scomporre analiticamente i comportamenti senza produrre un giudizio, questo di certo non è facile e spesso si inciampa nell’errore di tirare conclusioni affrettate o viziate da contenuti emotivi. Solitamente i genitori e chi vive a stretto contatto con questi bimbi vorrebbe avere risposte e suggerimentiimmediati anche se una buona fase di osservazione necessita di tempi tecnici che consentano di approfondire le dinamiche specifiche di quella specifica situazione.

La frase che forse più spesso di tutte ricorre sia tra i genitori che tra gli insegnanti è: “le abbiamo provate tutte…”, questa semplice affermazione, da una parte ci informa sul fatto che chi si dedica al bambino produce degli sforzi enormi per elaborare ogni volta una strategia nuova che possa funzionare, ma ci informa anche sul fatto che, proprio perché sono state battute tante strade ed elaborate strategie, non se ne è scelta nessuna!

…E i bambini in generale, ancor di più se particolarmente vivaci o con una diagnosi di ADHD necessitano proprio di “stabilità” e “coerenza”.

Ovviamente la stabilità di cui necessitano deve essere una stabilità coerente e comprensibile per il bambino, che vada incontro ai suoi bisogni e necessità. Torniamo a ripetere che ciascun bambino ha le proprie caratteristiche peculiari, pertanto quello che può essere estremamente funzionale per un bambino può non esserlo necessariamente per un altro.

Di solito nella fase di osservazione si studiano gli antecedenti comportamentali ossia quelle circostanze che hanno favorito la produzione del comportamento preso in esame, poi si passa all’osservazione ed analisi del comportamento specifico ed in ultimo ci si sofferma sulle conseguenze generate da quel comportamento specifico. Ricordiamo anche se può sembrare scontato, che ogni comportamento ha alla base delle motivazioni (e vi invitiamo a leggere il nostro articolo sulle motivazioni), come ad esempio una ricerca di attenzioni o di interazione o voglia di svagarsi o qualsiasi altra.

Per osservare in modo competente è sempre consigliabile riferirsi a professionisti del sottore come psicologi clinici, infantili o neuropsichiatri anche perché solitamente, chi vive la relazione dall’interno, come un genitore, un educatore o un’insegnante, proprio in virtù del vivere a stretto contatto con il bambino e le sue manifestazioni comportamentali spesso è coinvolto quotidianamente e soprattutto emotivamente in quella dinamica, pertanto può esserne influenzatoemotivamente con maggiore probabilità rispetto alle figure professionali specialistiche. Questo non vuol dire che le osservazioni di chi vive a stretto contatto con il bambino siano poco pertinenti, anzi, ma solo che c’è un maggiore coinvolgimento emotivo che può parzialmente celare, o giustificare, o stimolare alcuni comportamenti.

L’osservazione del comportamento non può prescindere anche dal contesto nel quale si osserva il comportamento stesso, infatti dovremo sempre tenere presente “dove” avviene quel comportamento specifico, se in casa, se al parco, se a scuola mentre la maestra spiega o mentre c’è la ricreazione, se è un momento di svago o un momento in cui ci si sta spostando per andare ad esempio in direzione della palestra o della mensa o altro. È fondamentale approfondire sempre il contesto oltre a tenere in considerazione “con chi” avviene quel comportamento, se con l’insegnante, con i pari, con il genitore o con l’educatore, con un adulto conosciuto o meno conosciuto, se figura dotata di autorevolezza o meno. Insomma le variabili sono molte e anche se ci soffermiamo maggiormente su quella del comportamento target non dobbiamo mai sottostimare le altre variabili.

Tornando all’osservazione specifica ricapitoliamo i tre step che dovrebbero guidare concettualmente l’osservazione che sono:

  • Osservazione antecedenti comportamentali (e analisi delle motivazioni che sottendono il comportamento target)

  • Osservazione del comportamento specifico

  • Osservazione delle conseguenze del comportamento

Questo modello di osservazione (anche se semplificato) può aiutare a fare un primo passo per capire e gestire meglio questi bimbi e può aiutare chi si prende cura di loro ad avere una fotografia più approfondita dei comportamenti. Facciamo anche presente che dopo l’osservazione dovranno essere messi in atto altri step che approfondiremo nei prossimi articoli e sottolineiamo con forza che sia l’analisi del comportamento che le decisioni sulle strategie da adottare devono essere il più possibile affidate a personale qualificato e specialistico per evitare di incappare in situazioni di errata interpretazione. In ultimo, ma non meno importante di quanto detto sopra, vogliamo anche porre l’accento sulla condivisione delle osservazioni con i bambini stessi, così da dare loro un’idea più chiara dei loro comportamenti e stabilire con loro nuove regole e confini che siano condivisi e sostenibili.

Per concludere ricapitoliamo i passi da tenere a mente quando si osserva in un modo più strutturato e le domande che l’adulto dovrebbe porsi:

  • Dove avviene il comportamento target

  • Con chi avviene il comportamento target

  • Osservazione antecedenti comportamentali (e analisi delle motivazioni che sottendono il comportamento target)

  • Osservazione del comportamento specifico

  • Osservazione delle conseguenze del comportamento

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